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  • COSE DA SAPERE DI PAPA BERGOGLIO
19 Apr2020

COSE DA SAPERE DI PAPA BERGOGLIO

Pubblicato da Franco nella categoria Insegnamenti di Papa Francesco, Uncategorized

Papa Francesco è nato Jorge Mario Bergoglio a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. E’ diventato papa il 13 marzo 2013. Di nazionalità argentina e appartenente ai chierici regolari della Compagnia di Gesù (indicati anche come gesuiti), è il primo pontefice di questo ordine religioso, nonché il primo proveniente dal continente americano. All’età di 21 anni, a causa di una grave forma di polmonite, gli viene asportata la parte superiore del polmone destro. A quell’epoca, infatti, malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Anche per questo fatto i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione. Perito chimico, si è mantenuto per un certo periodo facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Córdoba. In base a quanto dichiarato dallo stesso, ha avuto anche una fidanzata prima di intraprendere la vita ecclesiastica. Decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e l’11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires in seguito, per laurearsi in filosofia nel 1963. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires

STEMMA CARDINALIZIO

Per l’umanità ferita «l’Emmanuele, Dio con noi, sia luce e sciolga il nostro cuore spesso indurito ed egoista e ci renda strumenti del suo amore». Un esempio concreto? no a cellulari mentre si pranza in famiglia. «In quelle tavole sembra vi sia un silenzio come se ci fosse una messa. Bisogna riscoprire la comunicazione in famiglia». Ecco gli insegnamenti di Papa Francesco nel Natale e nella festa della Santa Famiglia 2019.

Cristo sia luce per i bambini vittime della guerra

A Natale ricorda che la luce del Bambino che nasce è più grande delle tenebre nei cuori umani e nei conflitti. La grande luce profetizzata da Isaia è Gesù,«piccola fiammella accesa nel buio, Parola di Dio fatta carne che chiama gli schiavi di ogni tempo a uscire dalle prigioni, luce più grande delle tenebre nei cuori umani, nelle relazioni e nei conflitti economici, geopolitici ed ecologici». Il Papa chiede a Cristo di essere luce per i tanti bambini che patiscono la guerra e i conflitti in Medio Oriente e in vari Paesi; sia conforto per i popoli di Siria, Terra Santa, Ucraina e Repubblica Democratica del Congo, Libano, Venezuela e per chi è perseguitato per la fede. «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Isaia 9,1): Gesù, che significa «Dio salva», è stato mandato dal Padre «non per condannare il mondo ma per salvarlo. È la Parola che ha guidato gli ebrei nel cammino dalla schiavitù alla libertà, e continua a chiamare gli schiavi di ogni tempo a uscire dalle prigioni. È Parola più luminosa del sole, incarnata in un piccolo figlio di uomo, Gesù».

«Ci sono tenebre nei cuori umani, ma più grande è la luce di Cristo».

Ci sono tenebre nelle relazioni personali, familiari, sociali e nei conflitti economici, geopolitici ed ecologici, ma più grande è la luce di Cristo. Cristo sia luce per i tanti bambini che patiscono la guerra. Cristo sia conforto per il popolo siriano che ancora non vede la fine delle ostilità che hanno lacerato il Paese in questo decennio. Cristo sia sostegno per il popolo libanese perché possa uscire dalla crisi e riscopra la sua vocazione a essere un messaggio di libertà e di armoniosa coesistenza per tutti. Cristo sia luce per la Terra Santa dove è nato, e dove tanti «nella fatica e senza sfiduciarsi», aspettano giorni di pace, di sicurezza e di prosperità. Cristo sia consolazione per l’Iraq attraversato da tensioni sociali, e per lo Yemen provato da una grave crisi umanitaria. Cristo sia speranza «per tutto il Continente americano, in cui diverse Nazioni attraversano una stagione di sommovimenti sociali e politici»: rinfranchi il popolo venezuelano, lungamente provato da tensioni politiche e sociali e non gli faccia mancare l’aiuto. Cristo sia luce per l’Ucraina che ambisce a soluzioni concrete per una pace duratura, e per i popoli dell’Africa, «dove perdurano situazioni che spesso costringono le persone a emigrare, privandole di una casa e di una famiglia».

L’ingiustizia costringe i migranti «a subire abusi indicibili». 

Cristo sia pace per la popolazione della Repubblica Democratica del Congo, martoriata da persistenti conflitti. Cristo sia conforto per quanti patiscono a causa delle violenze, delle calamità naturali o delle emergenze sanitarie; a quanti sono perseguitati a causa della fede religiosa, specialmente i missionari e i fedeli rapiti; a quanti «sono vittime di attacchi di gruppi estremisti, soprattutto in Burkina Faso, Mali, Niger e Nigeria». Il Figlio di Dio «sia difesa e sostegno per quanti, a causa di queste e altre ingiustizie, devono emigrare nella speranza di una vita sicura. È l’ingiustizia che li obbliga ad attraversare deserti e mari, trasformati in cimiteri. È l’ingiustizia che li costringe a subire abusi indicibili, schiavitù di ogni tipo e torture in campi di detenzione disumani. È l’ingiustizia che li respinge da luoghi dove potrebbero avere la speranza di una vita degna e fa loro trovare muri di indifferenza». Allora «attraverso i nostri poveri volti che Cristo può donare il suo sorriso ai bambini di tutto il mondo, a quelli abbandonati e a quelli che hanno subito violenze. Attraverso le nostre deboli braccia, che può vestire i poveri che non hanno di che coprirsi, dare il pane agli affamati, curare gli infermi. Grazie alla nostra fragile compagnia, può essere vicino agli anziani, ai migranti, agli emarginati. Cristo doni a tutti la sua tenerezza e rischiari le tenebre di questo mondo».

Genitori e figli si sostengano nell’adesione al Vangelo. 

Gesù, Maria e Giuseppe hanno risposto alla volontà di Dio aiutandosi a riconoscerla. Nell’ultimo Angelus del 2019 il Pontefice propone la riflessione nella festa della Santa Famiglia. Ricorda i genitori e i figli provati da disagi e sofferenze. Esalta la docilità di Maria: chiamata da Dio non esita a proclamarsi «serva del Signore». Giuseppe aderisce e adempie sempre alla volontà di Dio: «Non parla, ma agisce obbedendo. È l’uomo del silenzio e dell’obbedienza». Di Gesù il Papa ricorda le parole ai genitori che lo cercano angosciati nel tempio: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». La Santa Famiglia «solidarizza con tutte le famiglie del mondo obbligate all’esilio, con tutti coloro che sono costretti ad abbandonare la propria terra a causa della repressione, della violenza, della guerra». Questo è il modello delle famiglie. Bergoglio si chiede: «Tu, nella tua famiglia, sai comunicare o sei come quei ragazzi a tavola, ognuno con il telefonino, mentre chattano? In quella tavola sembra vi sia un silenzio come se fossero a messa. Ma non comunicano. Dobbiamo riprendere il dialogo in famiglia: padri, genitori, figli, nonni e fratelli devono comunicare tra loro».

 

   

STEMMA PAPALE

1. È il primo Papa argentino, sudamericano o di qualsiasi luogo al di fuori dell’emisfero Nord. Pietro, il primo Papa, dopo tutto, era palestinese e ci sono stati vari pontefici siriani, provenienti dall’aera mediterranea del nord Africa e dagli odierni Turchia e Israele.

2. È il primo Papa gesuita.

3. A dire il vero è stato il primo arcivescovo gesuita di Buenos Aires.

4. Ha deciso di chiamarsi Francesco. È la prima volta che un nuovo pontefice sceglie un nome nuovo e non usato prima dal tempo di Papa Lando, nel 913.

5. È di origini, italiane. Suo papà era di Asti e ogni anno o due Bergoglio tornava a fare visita ai suoi parenti a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti.

6. Ha 76 anni e i suoi primi studi sono stati quelli di perito chimico. Possiamo dire che è un Papa che “ama” la scienza.

7. Ha un solo polmone. L’altro gli è stato rimosso da bambino per un’infezione.

8. Parla spagnolo, italiano e tedesco.

9. Non ha né autista né macchine blu. A Buenos Aires usava la metropolitana. Anche a Roma si è mosso a piedi o con i mezzi pubblici. Spesso va in bicicletta.

10. È un tifoso della squadra di calcio del San Lorenzo.

11. Amava ballare il tango con la sua fidanzata, prima di trovare la vocazione.

12. Cucina da solo e va a letto alle 9.30 di sera. Ma alle 4.30 del mattino è già in piedi.

13. In passato è sembrato restio a rilasciare interviste. Ma l’account twitter @Pontifex ha subito twittato poche ore dopo l’elezione (quasi sicuramente un messaggio dello staff). Sembra anche che Francesco voglia incontrare tutti i giornalisti accreditati per il conclave in una specie di conferenza stampa il giorno dopo l’elezione (il 14). Conclusione: è aperto al dialogo con i media e attraverso i nuovi media.

14. È stato criticato per non essersi opposto apertamente alla dittatura militare argentina tra il 1976 e il 1983 ed è stato accusato di complicità nel rapimento di due sacerdoti gesuiti, secondo un’inchiesta del 2006. L’inchiesta condotta dal giornalista argentino Horacio Verbitsky si basa sulle dichiarazioni di uno dei due gesuiti rapiti, rese poco prima della sua morte, avvenuta per cause naturali nel 2000. Secondo altre fonti, però, Bergoglio è stato invece fondamentale per la liberazione dei due religiosi. E in generale, secondo i suoi difensori, durante il governo dei militari Bergoglio avrebbe aiutato molti dissidenti a fuggire. Nell’anno santo del 2000 fece “indossare” all’intera Chiesa argentina le vesti della pubblica penitenza, per le colpe commesse negli anni della dittatura.

15. È critico nei confronti del Fondo Monetario Internazionale e del capitalismo del libero mercato che contribuisce alla povertà.

16. Nel 2001 ha voluto visitare un ospedale di malati di Aids per potergli parlare e – nella celebrazione del Venerdì Santo – com’è tradizione, lavargli e baciargli i piedi.

17. Nel 2012 durate un discorso è stato molto duro con una parte del clero ritenuto ipocrita per aver dimenticato che Gesù battezzava i lebbrosi e mangiava con le prostitute.

18. Ha criticato il riconoscimento dei matrimoni gay in Argentina, definendoli “un attacco distruttivo ai piani di Dio”.

19. È stato molto critico con i sacerdoti che si rifiutavano di battezzare i figli di madri single.

20. Durante il conclave del 2005 aveva rischiato di essere eletto, grazie anche al supporto del Cardinal Martini. Pare però che si mostrò così atterrito dall’idea del peso che gli sarebbe caduto addosso da convincere i più a lasciar perdere.

21. È critico nei confronti del Fondo monetario internazionale e capitalismo del libero mercato, che secondo lui contribuiscono a creare povertà.

22. Ha chiesto che venisse chiusa una mostra d’arte in cui “santi cattolici, Gesù Cristo e la Vergine Maria erano raffigurati in un frullatore, un tostapane elettrico e una padella”, definendo le opere “blasfeme”.

23. Ha duramente criticato i preti che si rifiutano di battezzare i figli di madri sole.

24. Ha visitato un ospedale e ha lavato e baciato i piedi di 12 pazienti affetti da AIDS nel 2001.

25. Amava ballare il tango con la sua ragazza, prima di scoprire la sua vocazione religiosa.

   

Papa Francesco, 15 curiosità che forse non conoscete

– Ama molto il tè, con una predilezione per una varietà argentina che si fa inviare direttamente dal suo paese di origine.

– Soffre di sciatica e per 40 anni ha visto uno psicoanalista per, a suo dire, “chiarire alcune cose”.

– Soffre di sciatica e per 40 anni ha visto uno psicoanalista per, a suo dire, “chiarire alcune cose”.

– Il suo film preferito è “La Strada” di Federico Fellini, seguito a ruota da “Roma, città aperta” e “La festa di Babette”.

– Nel 2016 nominò cardinale il reverendo Ernest Simoni, un prete albanese torturato e imprigionato durante il dominio comunista in Albania, che aveva fatto commuovere il Papa durante il racconto delle sua storia in un incontro avvenuto a Tirana nel 2014.

– Quando, nel 2017, incontrò i rifugiati Rohingya del Myanmar, si rivolse a loro dicendogli che “la presenza di Dio oggi è anche chiamata Rohingya“.

– A settembre del 2015 invitò caldamente il Congresso degli Stati Uniti a riscoprire gli ideali dell’America intervenendo sul cambiamento climatico, l’immigrazione e la riduzione della povertà.

– Dopo la sua elezione a Papa, Francesco andò a saldare di persona il conto lasciato al residence romano che lo ospitava.

– In visita nella Repubblica Centrafricana, invitò l’imam di Bangui a unirsi a lui nella sua papa-mobile per fare insieme un giro nella capitale, in segno di convivenza tra cristiani e musulmani.

– A gennaio 2018 sposò in volo, ad una quota di 35mila piedi, due assistenti di volo cileni che a causa di un terremoto si erano visti cancellare il loro matrimonio.

– Nonostante Francesco non ami molto i selfie, acconsente di posare per gli autoscatti quando a chiederglielo è un bambino.

– Non vede la televisione dal 15 giugno 1990, quando ha fatto un fioretto alla Vergine Maria di non accenderla più.

– Appassionato dei quadri di Caravaggio e Chagall, è un amante della musica di Mozart e Bach, mentre i suoi riferimenti letterari preferiti vanno da Dostoevskij a Borges.

– Si alza dal letto alle 4:30 del mattino, fa una siesta dopo pranzo e si addormenta alle 10 di sera.

– Nei suoi viaggi porta sempre con se in una cartellina nera un libro di preghiere, il rasoio e il breviario.

– Va a scaldarsi il pranzo nel forno a microonde della sala da pranzo del Vaticano.

 

 

LE ENCICLICHE DI PAPA FRANCESCO

Tutti ci chiediamo cos’è l’enciclica del Papa? Comunemente, quindi, con questo termine si intende una lettera pastorale del Papa della Chiesa cattolica su materie dottrinali, morali o sociali, indirizzata ai vescovi della Chiesa stessa e, attraverso di loro, a tutti i fedeli.

  • 29 gennaio 2013

Lumen fidei(sintesi) è la prima enciclica di papa Francesco, pubblicata il 29 giugno 2013, nell’anno della fede. Il testo della lettera enciclica è stato iniziato da papa Benedetto XVI durante il suo pontificato, poi consegnato al suo successore Francesco che ne ha esteso e firmato il lavoro.Lumen fidei è la prima enciclica di papa Francesco, pubblicata il 29 giugno 2013, nell’anno della fede. Il testo della lettera enciclica è stato iniziato da papa Benedetto XVI durante il suo pontificato, poi consegnato al suo successore Francesco che ne ha esteso e firmato il lavoro.In essa viene affrontato il tema della fede, in continuità con le due precedenti encicliche di papa Benedetto XVI, Deus caritas est e Spe salvi, dedicate rispettivamente alla carità e alla speranza, chiudendo così la trilogia sulle virtù teologali.Contenuto:

L’enciclica consta di sessanta paragrafi, suddivisi fra un’introduzione (sette paragrafi) e quattro capitoli.Introduzione:

L’introduzione presenta il tema della fede vista come una luce che illumina e come una luce da “riscoprire”.

Capitolo I: Abbiamo creduto all’amore. Il primo capitolo presenta la dinamica della fede attraverso il racconto biblico della storia della salvezza: da Abramo al popolo di Israele, fino al compimento della fede in Gesù e alla riflessione su di lui operata dagli scritti del Nuovo Testamento.

Capitolo II: Se non credete, non comprenderete. Il secondo capitolo mette a tema il rapporto tra fede e verità, amore e ragione: il pontefice sostiene non esserci contrapposizione tra fede e ragione, ma reciproco arricchimento.

Capitolo III: Vi trasmetto quello che ho ricevuto. Il terzo capitolo presenta gli strumenti con cui suscitare e far crescere la fede: innanzitutto la comunità dei credenti, cioè la Chiesa; inoltre il battesimo e gli altri sacramenti; infine la preghiera del Padre nostro e il decalogo.

Capitolo IV: Dio prepara per loro una città. L’ultima parte dell’enciclica presenta la rilevanza della fede rispetto ad alcuni temi della vita sociale: il bene comune, la famiglia, la società, la sofferenza.Conclusione: L’enciclica termina con una riflessione e una preghiera rivolta a Maria, indicata come modello per ogni credente.

  • 24 maggio 2015

Laudato si‘(sintesi), è la seconda enciclica di papa Francesco scritta nel suo terzo anno di pontificato. Benché porti la data del 24 maggio 2015, solennità di Pentecoste, il testo è stato reso pubblico solo il 18 giugno successivo. Il nome Laudato si’ deriva dal Cantico delle creature di san Francesco, che loda il Signore per le sue meravigliose creature.Laudato si’ è la seconda enciclica di papa Francesco scritta nel suo terzo anno di pontificato. Benché porti la data del 24 maggio 2015, solennità di Pentecoste, il testo è stato reso pubblico solo il 18 giugno successivo. Il nome Laudato si’ deriva dal Cantico delle creature di san Francesco, che loda il Signore per le sue meravigliose creature.L’argomento principale trattato è l’interconnessione tra crisi ambientale della Terra e crisi sociale dell’umanità, ossia l’ecologia integrale. Papa Francesco ha precisato infatti che “non si tratta di un’enciclica verde ma di un’enciclica sociale”.

In concomitanza con la presentazione dell’enciclica, papa Francesco ha istituito la giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. L’enciclica, come è tipico nei testi pontifici, prende il nome dall’Incipit. Il titolo e le parole di apertura dell’enciclica sono tratte dal Cantico di San Francesco d’Assisi, il più antico testo poetico in lingua italiana di cui si conosca l’autore:(IT) «Laudato si, mi Signore, cun tucte le creature tue»(San Francesco d’Assisi, Cantico delle Creature). Papa Francesco ha scritto nell’enciclica che ha scelto i nomi Francesco Papa, perché per lui San Francesco è stato “una sorta di dichiarazione di intenti e una fonte d’ispirazione”: «Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità.»

  • 3 ottobre 2020

Fratelli tutti(sintesi) è la terza enciclica di papa Francesco scritta nel suo ottavo anno di pontificato. Annunciata dalla Sala stampa vaticana il 5 settembre 2020, è stata firmata dal Papa il 3 ottobre 2020, in occasione della visita al santuario di Assisi, ed è stata resa pubblica il 4 ottobre, giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda san Francesco d’Assisi. Il nucleo tematico è rappresentato dalla fraternità e dalla amicizia sociale, a partire da riflessioni circa la pandemia da COVID-19 del 2020.Fratelli tutti è la terza enciclica di papa Francesco scritta nel suo ottavo anno di pontificato. Annunciata dalla Sala stampa vaticana il 5 settembre 2020, è stata firmata dal Papa il 3 ottobre 2020, in occasione della visita al santuario di Assisi, ed è stata resa pubblica il 4 ottobre, giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda san Francesco d’Assisi. Il nucleo tematico è rappresentato dalla fraternità e dalla amicizia sociale, a partire da riflessioni circa la pandemia da COVID-19 del 2020.Il titolo,

Fratelli tutti, riprende un’espressione di Francesco d’Assisi, ed è in italiano anche nelle versioni in altre lingue.

L’enciclica è suddivisa in otto capitoli e 287 punti; il documento si conclude con due preghiere: una «al Creatore» e l’altra «cristiana ecumenica» per infondere «uno spirito di fratelli».

Capitolo I – Le ombre di un mondo chiuso

Capitolo II – Un estraneo sulla strada

Capitolo III – Pensare e generare un mondo aperto

Capitolo IV – Un cuore aperto al mondo intero

Capitolo V – La migliore politica

Capitolo VI – Dialogo e amicizia sociale

Capitolo VII – Percorsi di un nuovo incontro

Capitolo VIII – Le religioni al servizio della fraternità nel mondo

 
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