IN DIRETTA STREAMING SANTA MESSA
Dal 13 aprile 2020, ogni sera alle ore 18.00, in diretta streaming Santa Messa, presieduta dai Padri Barnabiti. È possibile fruire del collegamento in diretta a partire dalle ore 17.45 dalla pagina www.youtube.com “Chiesa Provvidenza” – facebook: Giuseppe Di Nardo.
“Cristo é risorto! E veramente risorto!” Alleluia, Alleluia.
Questo è il saluto che si scambiano i cristiani orientali ogni volta che si incontrano, dal giorno della santa Pasqua fino alla Pentecoste.
Si racconta negli Atti degli Apostoli che Paolo di Tarso durante il suo itinerario di predicazione del Vangelo di Cristo, fece tappa ad Atene. Gli ateniesi, incuriositi della nuova dottrina che Paolo predicava, gli chiesero di presentarla loro all’Areopago posto in cima alla collina di Atene, luogo dove in genere gli ateniesi si ritrovavano “per discutere e ascoltare quello che c’era di più nuovo” (cf. At. 17,21). “Paolo, ritto in mezzo all’Areopago, disse: Ateniesi, il Dio che ha creato il mondo… ha fissato un giorno in cui giudicherà la terra con giustizia per mezzo di un Uomo, che egli ha designato dandone sicura prova a tutti col risuscitarlo dai morti. Quando intesero parlare di risurrezione dei morti, alcuni ci risero, altri dissero: “Di questo ti ascolteremo un’altra volta”. E Paolo dovette andarsene da loro”. (At. 17,22-32).
Il missionario Piero Gheddo, raccontava, anni fa, di aver accettato l’invito del superiore di un monastero buddista in Thailandia a presentare la fede cristiana alla sua comunità. Nel descrivere la persona di Cristo, la sua compassione per gli ammalati e per i poveri che incontrava, la misericordia che manifestava verso i peccatori, il suo amore verso gli emarginati, gli ascoltatori presenti manifestarono grande entusiasmo nell’ascoltarlo, ma appena iniziò a parlare della Sua risurrezione, di colpo, nella sala, ci fu un mormorio generale. Le teste dei monaci si misero a dondolare in segno di disapprovazione e sui volti dei monaci apparve un sorriso che manifestava chiari segni di scetticismo. Il missionario domandò il perché di una simile reazione e il superiore rispose: “Questa sua ultima affermazione è un po’ assurda e difficile da digerire per la nostra cultura, e dai monaci qui presenti è ritenuta semplicemente ridicola”.
Cinquecento anni dopo la venuta di Gesù sulla terra, il fondatore dell’Islam, compilò la sua dottrina, trascritta nel Corano, prendendo spunti dall’Antico e dal Nuovo testamento, presentando a suo piacimento quanto gli ebrei e i cristiani credevano e, a suo parere, praticavano. Per rendere vera la sua dottrina cercò di rendere falsa quella cristiana la quale ha come fondamento la Risurrezione di Gesù Cristo, come ci ricorda san Paolo: “Se Cristo non è risuscitato, vana sarebbe la nostra fede cristiana e noi siamo ancora nei nostri peccati” (1Cor. 15, 17). Infatti Maometto nel Corano fa scrivere: “In verità essi non uccisero Gesù, figlio di Maria, l’inviato di Dio, bensì un altro uomo reso simile a lui ai loro occhi. Quanti dubitano di ciò possono fare solo delle ipotesi, ma è certo che gli Ebrei non uccisero Gesù” (Corano IV,157). Alcuni teologi mussulmani per solidificare tale affermazione affermano che Gesù prima di salire sulla croce si fece sostituire da un sosia che per alcuni sarebbe stato il Giuda iscariota, per altri Simone il Cireneo, e sia fuggito con la Maddalena, da cui ebbe diversi figli, in india, prendendo dimora ai piedi dell’Himalaya, per morire all’età di 120 anni. Si dice che poi fu sepolto nel Kashmir, dove tutt’ora si trova la sua tomba, indicato come il Santuario di Roza Bai.
Ma anche nel mondo cristiano la Risurrezione di Cristo viene messa in discussione e ridicolizzata.
Se prendiamo in considerazione alcuni funerali delle nostre comunità cristiane, durante i quali vediamo gente che si dispera per il proprio caro defunto, come se la perdita fosse definitiva e non l’atteso ricongiungimento con Colui che ci ha promesso che ci avrebbe accolto nella sua Casa paterna: “Vado a prepararvi un posto – disse Gesù ai suoi-, e dopo che ve lo avrò preparato verrò a prendervi perché siate sempre con me” (Gv. 14,2-3); se entriamo in certe case i cui abitanti si definiscono cristiani, e scopriamo al loroo interno un altarino con le statue del Budda, del Sai Baba affiancate a quella di Gesù, senza che venga fatta alcuna differenza tra i tre personaggi; se interroghiamo alcuni cristiani sulla vita eterna che gusteremo dopo la nostra morte e scopriamo che essi credono più nella reincarnazione che nella risurrezione dei corpi, viene spontaneo chiedersi se ancora nelle comunità cristiane Gesù Cristo è ritenuto il Figlio di Dio, vissuto sulla terra, morto e risorto dai morti e “costituito da Dio come giudice dei vivi e dei morti”, come ci ricorda san Pietro negli Atti degli Apostoli (cfr. At. 10,42).
Fratelli! Crediamo veramente che Gesù, di cui con il Battesimo facciamo professione di fede, sia veramente Risorto, dopo essere stato condannato a morte dal procuratore romano Ponzio Pilato come affermiamo nel Credo Apostolico ogni domenica durante la celebrazione Eucaristica? Il nostro modo di vivere purtroppo sembra smentirci. Il filosofo ateo Friedrich Nietzsche guardando con ironia il volto dei cristiani che incontrava, diceva: “Se veramente voi cristiani credete nel Cristo risorto, dovreste avere gli occhi che brillano di gioia”. Mentre spesso i nostri occhi brillano sì ma dinnanzi al danaro, luccicano sì ma per gli effetti delle droghe che ingeriamo, si annebbiano per la stanchezza dei vizi che soddisfiamo, come avveniva per i romani il cui Impero era ormai in decadenza. Ci siamo mai chiesti del perché sta diventando quasi inarrestabile il flusso dei profughi orientali e africani che sbarcano presso le frontiere dell’Europa? Vengono solo per fame e per la sicurezza di una incolumità fisica? Non sarà che dietro a questa invasione è presente la mano di Dio che vuole spingerci ad abbandonare la vita epicurea che conduciamo per averLo rifiutato? Non sarà che attraverso la loro sofferenza e richiesta di aiuto Dio voglia risvegliare in noi la fede per farci annunciatori del Vangelo di Cristo? Un sacerdote missionario alcuni minuti prima di morire, disse ai ragazzi addolorati che circondavano il suo letto: “Se nonostante tutto siamo ottimisti è perché Cristo è risorto! Se spero in un mondo migliore è perché Cristo è Risorto!”.
Fratelli, se veramente ci riteniamo seguaci di Cristo, non solo dobbiamo credere alla sua Risurrezione, ma dobbiamo anche proclamarla attraverso la nostra vita di risorti, come oggi ci esorta a fare san Paolo: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è assiso alla destra di Dio; rivolgete la vostra mente alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col. 3,1-2).