Con una valigia piena di libri e nella borsa la sua Bibbia e il Breviario, viaggiava Carmen Hernández Barrera assieme a Kiko Argüello e a padre Mario Pezzi per annunciare il Vangelo. Ha viaggiato fino ai quattro angoli del globo, instancabilmente per 50 anni, per visitare le comunità e le oltre 1.500 famiglie in missione, partecipare ad incontri e alle Giornate Mondiali della Gioventù. In ascolto di Dio, della vita e dei problemi di tanti fratelli, pregando anche fino a notte fonda. Essere missionaria era stato un desiderio che il Signore le aveva scritto nel cuore fin da bambina, quando pregava nella cattedrale di Tudela. Le sue vicende, tappa dopo tappa, anche le meno conosciute, sono riportate nel libro – edito ora anche in italiano dalla San Paolo – “Carmen Hernández. Note biografiche”, scritto dal professore Aquilino Cayuela, con la prefazione di Kiko e la presentazione del cardinale Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo emerito di Madrid. L’edizione italiana è stata curata da don Ezechiele Pasotti e da don Francesco Giosuè Voltaggio. Un libro scorrevole e avvincente, ricco di testimonianze, scritto anche in relazione alla presentazione, nel luglio scorso, all’arcivescovo di Madrid del “Supplex Libellus”, la richiesta di apertura della fase diocesana per la causa di beatificazione e canonizzazione. Un testo che conduce il lettore, pian piano, a immergersi nella vita di Carmen riuscendo a percepire il suo percorso interiore, i suoi momenti di sofferenza anche profonda e di gioia nel Signore.
Kiko e La Sofferenza degli Innocenti
Forte l’emozione ieri nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, alla presentazione del testo accompagnata dalle note della sinfonia sulla “Sofferenza degli innocenti”, composta da Kiko in onore della Vergine Maria a cui una spada trafisse il cuore. La sofferenza degli innocenti, d’altronde, ha segnato profondamento la vita di Kiko che volle andare a vivere nelle baracche di Palomeras Altas, nella periferia di Madrid, annunciando fra i poveri Gesù Cristo. Lì Carmen lo conobbe nel 1964. “Nelle baracche, Carmen ed io abbiamo vissuto tra persone distrutte, vittime del peccato della società. Abbiamo incontrato una sofferenza umana inaudita e il mistero di Cristo crocifisso. Abbiamo capito che c’è una presenza di Cristo in coloro che soffrono, specialmente nella sofferenza degli innocenti”, vittime della violenza, della droga, dell’alcool, ha ricordato ieri Kiko nell’introdurre la composizione musicale suonata in omaggio a Carmen. “Davvero grande era la presenza di Gesù Cristo, dello Spirito Santo, tra quei poveri che accoglievano la Parola di Dio”.Carmen Hernàndez, baracche Palomeras
Ma fu quando monsignor Morcillo, allora arcivescovo di Madrid, andò a Palomeras chiamato da Kiko perché la guardia civile voleva abbattere le baracche, che Carmen decise di collaborare con lui. “Carmen – ha detto Kiko alla presentazione – vide in monsignor Morcillo la presenza della Chiesa e cambiò completamente il suo atteggiamento con me; con la presenza dell’arcivescovo, vide realizzarsi la promessa che Dio le aveva fatto in Israele”. Quando era in Israele, negli Anni ’63-’64, infatti, si chiedeva spesso quale fosse la sua missione nella Chiesa e “pensava – ricorda ancora Kiko – di dover fondare una Congregazione missionaria”. A Ain Karen sentì che Dio voleva che lei facesse “qualcosa per la Chiesa universale, che non si trattava di fondare una Congregazione”.
Kiko e Carmen non avevano piani precostituiti, ma nelle baracche di Palomeras Altas videro realizzarsi, per opera dello Spirito Santo, quello che si stava elaborando nel Concilio, vedendo apparire fra i poveri il perdono, la comunione, la comunità cristiana. “La cosa importante di queste Note biografiche – ha spiegato – è che si vede che è Dio colui che attua nella vita di Carmen”. “Sia Carmen che io siamo stati testimoni della presenza di Dio nell’evangelizzazione, testimoni dell’azione di Dio nella Chiesa del Concilio Vaticano II”.
Anni cruciali, dunque, il ’64 e ’65 che fanno da spartiacque alle due parti del libro.La prima ricostruisce cronologicamente la storia di Carmen dalla nascita fino al 1964: la sua infanzia, i primi momenti della sua vocazione religiosa e missionaria da bambina; gli anni di studio a Madrid, il suo ingresso nella vita religiosa e la preparazione con le Missionarie di Cristo Gesù, fino alla sua uscita da questo istituto, a Barcellona, nell’agosto del 1962. Poi segue il suo primo viaggio in Israele nel 1963 fino al suo ritorno a Madrid nel 1964, spiega l’autore del testo. La seconda parte ripercorre la storia di Carmen come co-iniziatrice del Cammino Neocatecumenale insieme a Kiko Argüello, dagli inizi di questo “itinerario di iniziazione cristiana” tra i poveri di Palomeras Altas, poi in alcune parrocchie di Madrid, Zamora e Ávila fino al 1968 anno in cui si recano a Roma. Pur mantenendo l’ordine cronologico, prevalgono gli aspetti tematici riferiti allo sviluppo del Cammino con le tappe più rilevanti fino alla sua morte nel 2016. Ma il testo entra anche con delicatezza nell’anima di Carmen, riportando molti suoi scritti, appunti, preghiere rivolte a Gesù Cristo.
La copertina del libro “Carmen Hernàndez. Note biografiche”
Padre Mario: l’ascolto delle sofferenze
Padre Mario Pezzi fa parte dell’equipe internazionale del Cammino a tempo pieno dal 1982. Traspare dalle sue parole gratitudine e commozione nel ripercorrere la sua vita trascorsa assieme a Kiko e Carmen. L’invito di Papa Francesco ad ascoltare i poveri, i loro dolori, è riecheggiato ieri, nel suo intervento. “Noi lo abbiamo fatto per molti anni”, ascoltando molti fratelli che hanno visto le loro sofferenze illuminate davanti alla Croce gloriosa di Cristo. “Carmen – ha ricordato padre Mario – ascoltava pazientemente in silenzio, l’esperienza di ogni fratello fino a notte tarda, quando era necessario interveniva. Nelle visite periodiche ad ogni comunità, si informava di ogni persona, chiamando e aiutando i fratelli con maggiori difficoltà”. “Potrei aggiungere – ha proseguito – tanti altri aspetti sulla persona di Carmen, la sua intima unione con Dio, invocando costantemente il nome di Gesù, soprattutto nei momenti di angustia e di sofferenza fisica, il suo grande amore al Papa, roccia sulla quale Gesù Cristo ha fondato la sua Chiesa, la sua abnegazione nella collaborazione feconda con Kiko Arguello nell’evangelizzazione, molti di questi aspetti ed anche altri sono esposti in questo libro”.
Ascension: Carmen una donna umile e coraggiosa
“Durante il tempo del suo Getsemani a Barcellona, giunge a chiedersi se è normale avere questo desiderio di appartenere totalmente al Signore e scrive nel suo diario: ‘Gesù, vorrei chiedere ai miei padri spirituali se tutte le persone, fin da quando sono piccole, sentono questa tua totalità, GESU’”, ha ricordato ieri Maria Ascensión Romero, membro dell’equipe internazionale del Cammino dal 2018. “Colpisce veramente l’amore che lei aveva per Gesù Cristo: da sempre è un sigillo che le ha messo Dio, e insieme a questo amore per Lui, le ha suscitato l’amore per la missione”, afferma nella sua prima intervista in italiano a Radio Vaticana-Vatican News. “Colpisce anche, come una cosa nascosta, la sua umiltà, perché Carmen è stata in un secondo piano pur essendo una donna molto intelligente, una grande teologa”. Ma anche il suo coraggio, la libertà: le interessava fare la volontà di Dio.
Carmen sul lago di Tiberiade
“Penso che ha aiutato tante ragazze questo coraggio che ha avuto di dire la verità, ha insegnato il valore della maternità e dell’essere donna, e a avere discernimento per vedere le trappole del demonio che vuole soprattutto ingannare la donna che ha ‘la fabbrica della vita’ come lei diceva con una originalità meravigliosa. Questo ha aiutato tantissime donne: cosa più importante può fare una donna che educare un figlio, che avere figli, che portare vita?”. Ascensión ricorda come questo messaggio controcorrente Carmen non abbia avuto paura di diffonderlo, aiutando così tantissimi giovani. Ascensión, tra l’altro, è di Tudela, la stessa città dove Carmen è vissuta, e ha studiato nella sua stessa scuola della Compagnia di Maria. Racconta come la impressionasse vedere i posti dove Carmen ha vissuto: tutti i giorni Carmen entrava nella cattedrale dove, sui 9-10 anni, ascoltò il Vangelo della pesca miracolosa sentendo la chiamata alla missione. E’ importante, sottolinea ancora Ascension, l’ambiente religioso missionario che si viveva in Navarra, patria di San Francesco Saverio patrono delle missioni. Tanti gesuiti, che erano in missione, passavano di lì e raccontavano delle missioni e in Carmen si è impresso questo sogno di andare in missione. Ascensión ricorda che Carmen nell’adolescenza ha tentato almeno tre volte di andare in missione, ma la sua famiglia non glielo ha permesso. Finiti poi a Madrid gli studi universitari di chimica, è entrata nell’Istituto delle Missionarie di Cristo Gesù, la cui fondazione era stata appoggiata da monsignor Marcelino Olaechea. È stata poi a Javier, a Valencia dove ha studiato teologia, e poi a Londra per imparare inglese perché doveva andare in India. Poi fu il momento in cui con alcune compagne, che volevano un rinnovamento, fu espulsa dall’Istituto, pur “senza avere fatto nessuna cosa grave”, ricorda Ascensión. Ma è proprio questa sofferenza che le ha permesso di entrare nel mistero della Pasqua, ha dovuto sacrificare in quel momento il suo desiderio di andare in missione. A Barcellona ha incontrato padre Farnes, che a Parigi aveva conosciuto liturgisti che avevano preparato la riforma del Concilio.
Carmen, quindi, ha cominciato a sperimentare nella sua vita questo entrare nella morte e nella Risurrezione di Cristo, vivendo la gioia della Risurrezione. Doveva andare missionaria fra i minatori della Bolivia con alcune compagne, su invito di un vescovo locale, ma prima desiderò fare come sant’Ignazio e andare in Terra Santa. Così partì per un pellegrinaggio con una sua amica, con uno zaino e una tenda. “Il Signore l’ha fatta innamorare della sua terra”, sottolinea Ascensión e questa è stata un’esperienza molto importante che si riflette nella predicazione di Carmen. Vive un tempo felice ma anche di sofferenza perché lei si interroga su cosa fare della sua vita. Ascensión ricorda come Carmen abbia passato ore e ore vicino alla roccia, al Primato di Pietro, sul lago di Galilea, chiedendo al Signore quale fosse la sua missione e sentì che non doveva fondare nulla ma la sua missione era nella Chiesa. “Questo ritorno alle fonti che ha fatto il Concilio, lo ha vissuto con radicalità”. Quindi Ascensión ricorda ancora quando al ritorno dal pellegrinaggio Carmen incontra Kiko a Madrid e il giorno decisivo sarà quando l’arcivescovo di Madrid va nelle baracche e si commuove vedendo questi poveri pregare e cantare i salmi e riconosce che faceva parte della Chiesa di Madrid. Lì Carmen ha capito che quello era il suo posto, restare vicino a Kiko. Così si è sviluppato questo carisma che Papa Francesco ha definito a Tor Vergata come “un grande dono di Dio per la Chiesa del nostro tempo”.
Alla presentazione c’erano anche il cardinale Robert Sarah, prefetto emerito della Congregazione per il Culto divino, monsignor Juan Igancio Arrieta, segretario del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, l’arcivescovo Giampietro Dal Toso, segretario aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e presidente delle Pontificie Opere Missionarie. E’ giunto anche un messaggio del cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, che auspica che la pubblicazione favorisca una conoscenza più approfondita della vita di Carmen, del suo amore a Cristo e alla Chiesa e del suo instancabile impegno nell’annuncio del Vangelo. Erano presenti altri membri dello stesso Dicastero e il sottosegretario, la dottoressa Linda Ghisoni.
Kiko, Carmen, padre Mario
Schönborn: l’opera di Dio nei piccoli eventi
A intervenire con un ampio collegamento video è stato anche l’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn, che nell’intervista a Radio Vaticana-Vatican News sottolinea come sia stato colpito dall’amore che Carmen aveva per Cristo. “Si sente – afferma – questo amore appassionato e fedele a Gesù”. Fondamentale per lei e per il Cammino l’esperienza che fece in Terra Santa, rimarca. L’amore per la Bibbia. Ricorda di aver accolto delle “intuizioni spirituali di Carmen molto importanti” che sono rimaste nel suo cuore. Delle sue catechesi menziona, in particolare, quella di Giuseppe venduto dai fratelli, quando Giuseppe rifiutò la richiesta fatta dalla moglie di Putifar di unirsi a lei. In questa catechesi Carmen ha insistito su come la castità di Giuseppe sia diventata il mezzo di salvezza del popolo di Dio e anche degli egiziani. “Carmen, voleva mostrare come sono questi momenti, apparentemente non tanto significativi, che possono essere decisivi per l’andamento della storia della salvezza”, evidenzia. Ricorda varie occasioni in cui Carmen ha sottolineato l’importanza del Vaticano II, del popolo di Dio, della Scrittura, della Liturgia. E poi la scoperta della Veglia pasquale che ha preso tanta importanza nello sviluppo del Cammino. Il porporato la ricorda, poi, come una donna molto libera e franca. Un dono per lo sviluppo del Cammino questa passione per la verità e la sincerità, “certamente legata a una profonda intuizione di fede, a una grande intelligenza perché leggeva molto e aveva una grande cultura di teologia, della Scrittura e anche letteraria, e questa intelligenza molto viva, perspicace”. Le sue quattro biblioteche conservano 4.500 volumi e Carmen era, infatti, un’assidua lettrice dell’Osservatore Romano e ascoltatrice quotidiana della Radio Vaticana.