«Spetta al CPP formulare il programma pastorale della parrocchia,
definendone gli obiettivi, le priorità, le attività, i mezzi da impiegare
e le modalità della verifica. Tale impegno di programmazione riconosce
comunque sempre il primato dell’iniziativa di Dio».
(n. 5.1 del regolamento)
- Dopo un’attenta lettura della vita della comunità e del territorio in cui è inserito, il CPP predispone, sul solco delle indicazioni diocesane, un programma pastorale per la comunità. Alla fine dell’anno pastorale verificherà il cammino percorso, per rendere la sua azione sempre più incisiva e capace di incontrare la vita delle persone.
«La funzione di coordinamento del CPP si esprime anzitutto
nell’individuazione delle linee programmatiche comuni, alle quali
si ispireranno poi la progettazione e l’attività dei gruppi che svolgono servizi pastorali,
e delle aggregazioni laicali ecclesiali, secondo l’identità
e le modalità operative proprie di ciascuno»
(n. 5.4 del regolamento)
- È sua cura tessere e custodire una rete di relazioni significative tra le diverse realtà operanti nella comunità parrocchiale: associazioni, movimenti, gruppi. La suddivisione della vita pastorale in ambiti (vedi n. 7.2 del Regolamento) aiuterà a creare le condizioni per lo scambio e l’incontro di quanti operano nella comunità e non di rado non si conoscono e camminano per strade parallele. All’interno degli ambiti, i diversi soggetti pastorali, nel rispetto delle proprie caratteristiche, condivideranno proposte e iniziative e promuoveranno una pastorale di comunione.
- Il CPP terrà continuamente viva l’esigenza della missione nei confronti di ogni realtà e persona, con particolare attenzione ai poveri, agli ultimi, alle “periferie” della nostra società.