LE STORIE DEI SANTI CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO
Fin dalle prime civiltà possiamo incontrare le tracce di uomini e donne che hanno cambiato il mondo con la loro umanità e santità. Grazie a piccole azioni hanno creato e modificato le relazioni tra persone, diffondendo il vero significato di essere fratelli e sorelle.
In questo nuovo articolo del nostro blog vogliamo raccontarti la storia dei santi più conosciuti e che nel corso della loro vita hanno segnato profondamente l’umanità. Uomini e donne che, in diversi contesti storici, supportati dalla loro fede in Dio, hanno contribuito a costruire il tessuto sociale, religioso e culturale, oggi diventato normalità. Un tempo però non era così ed è proprio grazie a loro se possiamo contare su quei valori fondamentali che garantiscono la dignità della persona e di un popolo.
Sei curioso di scoprire quali sono i santi che hanno reso il mondo un posto migliore? Allora continua a leggere!
Umiltà, coraggio e amore: cosa ci insegnano i nostri santi?
I santi sono un punto di riferimento per i fedeli della religione cattolica. Ci rivolgiamo a loro con le nostre preghiere, gli dedichiamo le processioni e gli affidiamo i nostri dubbi e le nostre paure. Ma chi sono i santi e cosa ci spinge a sentire questo spirito di devozione nei loro confronti?
È vero che i santi sono persone come noi e che tutti i cristiani, fin da quando ricevono il dono del battesimo, diventano potenziali santi. I santi che la chiesa riconosce non sono altro che credenti che hanno risposto “Si” alla chiamata di Gesù e che hanno avuto il coraggio e la forza di seguire la strada della fede riponendo la fiducia in Dio.
Come si diventa santi? Non esistono caratteristiche univoche che definiscono questa figura. Per la fede cattolica, tutti siamo destinati a diventare santi e ognuno di noi possiede i doni e le capacità per esserlo.
Il santo è un modello di riferimento per tutti i fedeli che sono chiamati a imitarne l’atteggiamento di obbedienza a Dio e l’amore verso il prossimo. hi sono i Santi che hanno cambiato nel profondo interi popoli e culture?
San Benedetto
San Benedetto è stato il legislatore e fondatore del monachesimo occidentale che ha avuto una grande forza d’irradiazione. Lo stesso Gregorio Magno lo ha definito come un “astro luminoso”. Nel corso della sua vita Benedetto fuggì dalla città per rispondere a un bisogno di coerenza: la scelta incondizionata di Dio.
Benedetto mise al primo posto nella sua vita Gesù e l’amore per lui, l’unum necessarium per il quale occorre superare la resistenza delle strutture umane e sociali.
Dopo tre anni di vita eremitica, Benedetto si trovò circondato in modo inaspettato da uomini che avvertivano con serietà la sua stessa esigenza religiosa. La solitudine ricercata per ritrovare l’unione stretta con Dio è diventata un punto di unione tra la vita dell’uomo e un nuovo tipo di compagnia umana visibile. Questo atteggiamento cambierà radicalmente il volto dell’Europa, senza segnare una vera e propria rottura netta con il passato.
San Francesco d’Assisi
San Francesco, ha rapito il cuore dei fedeli per la sua limpidezza e la purezza della sua esperienza. Ma la cosa che colpisce di più è il suo amore incondizionato per Cristo e la chiesa. La sua vita fu un misto di atteggiamenti diversi e contrastanti: da un lato l’eremitismo dall’altro la predicazione cittadina, da una parte il lavoro manuale e dall’altra la questua, l’estasi della contemplazione contrapposta al desiderio della missione tra i non cristiani.
In modo graduale, Francesco iniziò a vivere la “nudità” come fondamento della sua nuova vita. Poco a poco iniziò a combattere la logica della società del tempo e questo attirò ben presto molti giovani, che condivisero la sua stessa scelta di vita per mettersi ai margini con gli ultimi.
Insieme ai sui seguaci, Francesco rifiutò di appropriarsi di qualsiasi bene, deciso a vivere senza beni di proprietà. Così inaugurò un nuovo ordine di frati che seguivano particolari principi, che si trasformarono presto in valori sociali, quali: fraternità, minorità e povertà.
Santa Chiara d’Assisi
Santa Chiara è la prima donna nella storia della Chiesa ad aver dato origine ad una Regola scritta. Fino ad allora erano sempre stati gli uomini a farsi avanti in questo senso ma ecco che, sulle orme di San Francesco, anche Chiara d’Assisi ha potuto ispirare l’umanità. Dopo aver donato ai poveri tutta la sua dote ed era fuggita dalla casa nobiliare del padre, e trascorse un periodo presso alcune comunità monastiche per proteggersi dalle ire dei parenti. Promise obbedienza a Francesco, insieme alle prime suore e in seguito, non potendo mendicare e predicare come i frati, si stabilì nella Chiesa di S. Damiano, dove inizialmente prestava servizio di accoglienza ai poveri.
Chiara seguì l’idea originaria di Francesco, per questo non si lasciò incantare dalle regole tradizionali dell’ordinamento monastico che voleva le monache fornite di dotazione patrimoniale. Fu così che Papa Gregorio IX, in visita a S. Damiano per operare la canonizzazione di Francesco nel 1228, offrì alle suore delle rendite per permettergli di dedicarsi con tranquillità alla contemplazione, ma Chiara le rifiutò per non venir meno alla promessa di seguire Cristo povero.
Il papato tentò quindi di normalizzare la nuova fondazione, ma ancora una volta Chiara si oppose a tal punto che il papa le concesse il privilegium paupertatis, secondo il quale nessuno poteva costringerla ad accettare beni e averi. Due giorni prima della morte di Chiara, la Regola fu approvata da Papa Innocenzo IV il 9 agosto 1253.
Santa Caterina da Siena
Fin da bambina Caterina manifestò una caparbietà nel vivere una forma di vita ascetica, comprensibile solo nell’ambito di un’esperienza di Dio mistica. Intorno ai 15 anni entrò a fare parte del gruppo delle mantellate. Si tratta di un terzo ordine domenicano che si impegnava a seguire una certa forma di vita, rimanendo all’interno delle mura domestiche e praticando l’assistenza ai malati e ai poveri.
All’età di vent’anni ricevette in dono l’anello delle mistiche nozze con Gesù, identificandosi con la Chiesa di Cristo.
Caterina capì e affrontò profeticamente il problema centrale della chiesa di quei tempi. La chiesa e il papato dovevano rappresentare uno strumento di salvezza per tutti gli uomini, ma rischiava di perdersi nel gioco di interessi politici. Caterina sapeva che il papa era l’unica figura storica in grado di salvare l’universalità della chiesa come corpo sociale, così lo esortò a mantenere il rigore all’interno della cristianità.
Caterina ha concretizzato il ruolo del laico nella Chiesa. Chiedeva a ciascuno la santificazione, specificando che ciascuno può santificarsi nel proprio stato.
Santa Giovanna d’Arco
Giovanna d’Arco è vissuta in un periodo di transizione, in cui lo scenario politico era molto caotico: dalle lacerazioni dello Scisma d’Occidente all’interminabile Guerra dei cent’anni tra Francia e Inghilterra. Giovanna d’Arco si presentò al re come inviata da Dio, richiamandolo ai suoi doveri di fronte a Lui e al popolo. Lo convinse così a riprendere le trattative per la pace e terminare ogni lotta. In seguito fu abbandonata dal sovrano, cadde prigioniera dei suoi nemici e subì un processo ecclesiastico che portò alla condanna al rogo per eresia.
Giovanna d’Arco ha esercitato una grande influenza su una giovane santa dell’epoca: Teresa di Gesù Bambino, la carmelitana di Lisieux.
San Giovanni Bosco
San Giovanni Bosco era dotato di particolari doni carismatici, come ad esempio quello della profezia. La portata sociale della sua opera fu così grande da suscitare fin da subito i sospetti nell’autorità civile. In particolare cercò di guadagnare l’opinione pubblica, in particolare quella dei giovani. Propose un nuovo sistema per togliere i bambini dai pericoli e salvarli dalla corruzione dei costumi e dalla perdita della fede.
Quando qualcuno gli chiedeva dove fosse il segreto di quel suo modo di stare con i ragazzi, del costruire comunità in cui tutti si volevano bene, rispondeva con tre semplici parole: ragione, religione, amorevolezza.
Il suo regime educativo si fondava sull’autoritarismo, un metodo davvero rivoluzionario per l’epoca. In particolare, l’allegria doveva essere una spinta naturale che si univa in modo indissolubile al soprannaturale.
Don Bosco riusciva a far capire che non basta amare, bisogna far vedere che si ama con parole, atti ed espressioni, e questo richiede un coinvolgimento totale e quotidiano.