Progetto Pastorale Anno 2017-2018
DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE
Giovani e Famiglie
In preparazione al Sinodo sui Giovani, tenendo conto del rapporto Giovani e Famiglia, ci siamo lasciati ispirare dalla storia di Giuseppe d’Egitto. La storia di Giuseppe é la storia di una famiglia, ma é anche una storia di fratelli e del loro rapporto con il Padre. Insieme con la Chiesa, che ci offre quest’anno il Vangelo di Marco, vogliamo vivere il rapporto che lega “Annuncio, Celebrazione e Vita”. I primi cristiani e i Padri della Chiesa mettono in parallelo la figura di Giuseppe d’Egitto con la figura di Gesù. La predilezione dell’anziano padre Giacobbe per Giuseppe, avuto dall’amata sposa Rachele, si collega alle parole del Padre per Cristo. “Questo é il figlio mio, l’amato” (Mt 4,17). Il racconto si apre con la pronta risposta di Giuseppe alla chiamata-invito del padre di raggiungere i suoi fratelli: “Eccomi” (Gen 37,3).
A chi incontrandolo gli chiede: “Che cosa cerchi?”. Giuseppe risponde: “Sono in cerca dei miei fratelli” (Gen 37,15-16). Come Giuseppe é invitato a ricondurre i fratelli a Giacobbe, così Gesù é mandato dal Padre, “perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,5).
Giuseppe racconta ai suoi fratelli due sogni, tanto che i fratelli lo chiamano ironicamente “il signore dei sogni”. Nella Bibbia il sogno é spesso il momento della chiamata, un momento in cui Dio si rivela e manifesta la sua vocazione. Raccontando i suoi sogni Giuseppe accende l’invidia dei fratelli, “mentre i fratelli divennero invidiosi di lui il padre tenne per sé la cosa” (Gen 37,4). Giuseppe, ingiustamente perseguitato, viene preso dai fratelli, spogliato della sua tunica e gettato in una cisterna e poi fu venduto per venti sicli. Tutta la storia di Giuseppe annuncia il dramma di Gesù che fu venduto da Giuda per trenta monete. “Ma il Signore fu con Giuseppe” (Gen 39,21). Come Giuseppe ha salvato gli Egiziani e gli Ebrei dalla carestia dando il grano, così Gesù salva Ebrei e pagani dando a tutti l’Eucarestia. “Io sono Giuseppe, il vostro fratello” (Gen 45,4).
Giuseppe perdona e salva i suoi che, tuttavia, come lui devono sperimentare la dinamica del mistero pasquale: prima devono prostrarsi davanti a lui “con la faccia a terra” (Gen 42,6), sperimentare la prigione, e solo dopo, con il piccolo fratello Beniamino potranno sedere alla stessa tavola, riconoscere Giuseppe e scoprire la bellezza dell’amore fraterno.
La famiglia di Giacobbe, grazie al sacrificio di Giuseppe, alle prove vissute con totale fedeltà a Dio, diventa segno del popolo santo che Dio ha eletto, preludio e profezia della Chiesa nata dal costato di Cristo.
PREGHIAMO
Signore fa che le nostre famiglie rinascano dal tuo costato, siano sante come tu le vuoi e diventino sempre più piccole chiese.
IL PARROCO
Padre Antonio M. IANNUZZI