IL VOLTO SANTO DI GESU’
Il Volto Santo è una raffigurazione del volto di Gesù Cristo conservata a Manoppello nella Basilica del Volto Santo
Si tratta di un velo tenue che ritrae l’immagine di un volto, un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande, da alcuni ritenuto essere corrispondente al volto fisico di Cristo Gesù.
I fili orizzontali del telo sono ondeggianti e di semplice struttura; l’ordito e la trama, visibili ad occhio nudo, si intrecciano a formare una normale tessitura. Le misure del panno sono 0,17 x 0,24 m.
La StoriaQuesta reliquia di origine ignota giunse a Manoppello nel 1500, portata da uno sconosciuto pellegrino, scomparso senza lasciare traccia subito dopo aver consegnato il Velo al medico Giacinto Antonio Leonelli.
Un racconto, in parte leggendario, di padre Donato di Bomba, la Relatione Historia, confermato da un atto notarile del 1646, per la donazione del Velo ai padri cappuccini da parte del dottor Antonio de Fabritiis, narra che il Velo nel 1506 fu lasciato in dono da uno sconosciuto al dottor Giacomo Antonio Leonelli, e che la sua famiglia lo conservò fintanto che Marzia Leonelli lo vendette a Donato Antonio de Fabritiis. Il nuovo proprietario pensò subito a dare una sistemazione più conveniente al Velo, ridotto ormai in cattive condizioni, pregò perciò il padre Clemente da Castelvecchio di affidare all’arte di frate Remigio da Rapino la sistemazione del Velo. Esso lavorò la cornice di noce e preparò i due vetri che ancora oggi racchiudono l’immagine. Padre Clemente avrebbe però eliminato, intorno al Volto, tutto il resto della tela che aveva la proporzione di una tovaglia, che avrebbe potuto costituire un indizio per stabilire la località di origine. Una volta risolto il problema della conservazione, De Fabritiis si recò dai padri cappuccini nel 1638 che inserirono la reliquia nella loro chiesa. Nel 1703 la festa della Trasfigurazione del Signore incominciava ad essere la festa propria del Volto Santo.
È tuttora conservata nel paese abruzzese, nell’omonimo Santuario.
Il 1° settembre 2006, Papa Benedetto XVI si è recato in visita privata a Manoppello, accolto dall’Arcivescovo di Chieti Bruno Forte e dai vescovi della Regione Ecclesiastica Abruzzo-Molise, dai sacerdoti della Diocesi Teatina e da 7000 fedeli; ha fatto visita al santuario per venerare la reliquia, senza peraltro pronunciarsi sul fatto che il Volto possa essere o meno un’immagine Acheropita e che possa essere identificata con l’immagine rimasta impressa sul sudario con cui la Veronica asciugò il viso di Gesù. Dopo tale visita Papa Benedetto XVI ha elevato il santuario a Basilica minore.
Il Sacro Volto e il Velo della VeronicaIl Velo della Veronica era esposto nell’antica Basilica di San Pietro in Vaticano già nell’Anno Santo del 1300, tanto che lo stesso Dante ne parla nel canto XXXI del Paradiso (vv. 103-111) e Petrarca in “Movesi il vecchierel…” (sonetto XVI del Canzoniere): dove si trovava in una cappella, abbattuta nel 1608, circostanza in cui fu rubata rompendo il vetro del reliquiario.
Il gesuita Heinrich Pfeiffer, docente di Iconologia e Storia dell’Arte Cristiana alla Pontificia Università Gregoriana, dopo 13 anni di studi è convinto si tratti del sudario poggiato sul volto di Cristo dopo essere stato posto nel sepolcro, mentre Fanti e Jaworski fanno notare delle interessanti analogie con la Sindone di Torino, sebbene con diversa forma e dimensioni.
Inoltre, padre Pfeiffer ha indagato sistematicamente le opere artistiche che ritraggono il volto di Gesù secondo il Velo prima del divieto in tal senso imposto da Papa Paolo V nel 1616: in questo modo ha scoperto che diversi dettagli (occhi aperti, il taglio dei capelli, le tracce di sangue, la conformazione del viso, le caratteristiche della barba sono tutti riscontrabili nel volto che si trova a Manoppello.
Tale ipotesi però contrasta con le testimonianze che vogliono il tessuto a Manoppello già nel 1506, perché il furto del Velo della Veronica e del 1608.
In effetti una copia della “Relation Historia” conservata all’Aquila riporta un’annotazione secondo la quale nello stesso anno il marito di Marzia Leonelli avrebbe trafugato la reliquia dalla casa del suocero e Pancrazio Petrucci era un soldato di ventura. Solo nel 1646 venne letta pubblicamente insieme al documento attestante la donazione e si procedette per la prima volta all’esposizione del Volto Santo. Restano quindi incerte la data e le circostanze in cui la Veronica, sparita da Roma, giunse a Manoppello.