Ringraziamento per il 2017 con le meravigliose parole del “Te Deum”
Perchè il Te Deum si canta il 31 dicembre?
Uniamoci nell’intonare questo antico inno di ringraziamento a Dio per i doni ricevuto in questi dodici mesi, il “Te Deum”.
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella lode; la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico Figlio e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla Vergine Madre per la salvezza dell’uomo. Vincitore della morte, hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, che hai redento col tuo Sangue prezioso. Accoglici nella tua gloria nell’assemblea dei santi. Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno.L’inno cristiano per eccellenza è cantato anche in altre solennità. E sulle sue origini si racconta una leggenda con protagonisti Sant’Ambrogio e Sant’Agostino
È l’inno cristiano di ringraziamento per eccellenza e viene cantato tradizionalmente la sera di San Silvestro per ringraziare il Signore dell’anno appena trascorso.
Il 31 dicembre è il giorno del Te Deum. Nelle parrocchie di tutto il mondo viene intonato nella sua lingua originale: il latino.
Le tre parti
L’inno si può dividere in tre parti:
-La prima parte, fino a Paraclitum Spiritum, è una lode trinitaria indirizzata al Padre. Letterariamente è molto simile ad un’anafora eucaristica, contenendo il triplice Sanctus.
-La seconda parte, da Tu rex gloriæ a sanguine redemisti, è una lode a Cristo Redentore.
-La terza parte, da Salvum fac, è un seguito di suppliche e di versetti tratti dal libro dei salmi.
Dai Nomadi al Gobbo di Notre Dame
Il Te Deum è stato musicato da diversi autori: Giovanni Pierluigi da Palestrina, de Victoria, Händel, Mendelssohn, Mozart, Haydn e Verdi.
Il preludio del Te Deum H. 146 di Charpentier viene usato come sigla di inizio e fine delle trasmissioni in Eurovisione; è anche suonato alla fine di tutti i concerti dei Nomadi; intonato dal coro nel finale del primo atto della Tosca di Giacomo Puccini.
Alcuni versi del testo sacro sono stati usati per la colonna sonora del film “Il gobbo di Notre Dame” della Disney.
L’inno viene cantato anche in altre particolari occasioni solenni come nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave oppure a conclusione di un Concilio (Famiglia Cristiana, 29 dicembre).
Tra leggenda e realtà
Il testo finale del Te Deum è attribuito a Niceta, vescovo di Remesiana (Dacia inferiore), che lo avrebbe scritto alla fine del IV secolo.
Secondo una leggenda (risalente al più tardi a una cronaca milanese del sec. XI falsamente attribuita al vescovo Dacio) il Te Deum è stato intonato da Sant’Ambrogio e Sant’Agostino il giorno di battesimo di quest’ultimo, avvenuto a Milano nel 386, per questo è stato chiamato anche “inno ambrosiano”.